La Verità Nascosta: Quanta Plastica si Nasconde nei Tuoi Vestiti?

Il Plastic Free Julay è un movimento globale che aiuta milioni di persone a far parte della soluzione all’inquinamento da plastica. Quest’ultima la vediamo ogni giorno, nelle nostre case, nei posti di lavoro e nei negozi. Fa parte della nostra vita e di questo siamo tutti bene o male consapevoli. Quello che non sappiamo, perché non è visibile all’occhio umano, è che tutti i giorni la indossiamo. Molti capi di abbigliamento moderni sono realizzati con fibre sintetiche essenzialmente realizzate con vari tipi di plastica. ecco alcuni dei materiali più comuni:
Il poliestere
E’ stato introdotto per la prima volta nell’abbigliamento negli anni ’40. Ha preso piede per la sua versatilità e la facilità di produzione diventando uno dei tessuti sintetici più comuni utilizzati nell’abbigliamento. Tuttavia, il poliestere ha anche dei significativi impatti ambientali. La sua produzione richiede petrolio e il rilascio di gas serra. I capi di abbigliamento in poliestere possono rilasciare microplastiche nell’ambiente quando vengono lavati.
Il nylon
Inventato dalla DuPont Company, una grande società chimica americana, anche il nylon è entrato a far parte della moda negli anni ’40. E’ stato utilizzato soprattutto per produrre le calze in sostituzione della seta, materiale meno resistente e più costoso. Oggi, il nylon viene utilizzato in una vasta gamma di prodotti, dagli indumenti agli articoli per la casa, passando per i materiali industriali. Come il poliestere, anche la produzione di nylon ha un impatto ambientale significativo, poiché è fatto di petrolio e la sua produzione e smaltimento possono rilasciare gas serra e microplastiche.
Elastan (o Spandex, Lycra)
L’elastan è un materiale sintetico ed è essenzialmente un tipo di plastica. Ha il potere di allungarsi fino al fino a 500% o più della sua lunghezza originale e poi ritornare alla sua forma quando rilasciato. Viene usato per conferire elasticità all’abbigliamento nella quantità dal 2% al 10% e lo ritroviamo in articoli come leggings, costumi da bagno, reggiseni sportivi e biancheria intima. Però in alcuni tipi di abbigliamento da palestra o sportivo, come i pantaloni da yoga, possono contenere fino al 20% o 30% di elastan, o anche di più purtroppo.
Ryon o viscosa
Trattasi di un tessuto semisintetico ricavato dalla cellulosa delle piante. Sembrerebbe naturale in realtà, la trasformazione che deve subire la cellulosa per arrivare al prodotto finale, è fortemente impattante sull’ambiente. E non parlo solo dell’uso di prodotti chimici inquinanti, della deforestazione e dell’emissione di gas serra. Ma del fatto che il rayon è spesso descritto come un tessuto “biodegradabile”. In realtà può non degradarsi facilmente in un ambiente marino o in un impianto di compostaggio domestico a causa delle sostanze chimiche utilizzate nel suo processo di produzione.
Conclusioni
Quando andiamo ad acquistare un capo di abbigliamento, facciamolo solo se è indispensabile e leggendo con attenzione le etichette. Evitiamo di coprirci di plastica! Facciamo un favore all’ambiente e anche alla nostra pelle. Ci sono stati casi in cui si sono verificate reazioni di tipo allergico. Alcuni problemi possono derivare non tanto dai tessuti stessi, quanto dalle sostanze chimiche utilizzate nei processi di produzione. Ad esempio, i coloranti, le resine e gli altri prodotti chimici utilizzati nella lavorazione dei tessuti possono lasciare residui che causano reazioni in persone sensibili. Inoltre, alcuni tessuti sintetici possono trattenere più sudore rispetto ai tessuti naturali, il che può peggiorare le irritazioni della pelle, soprattutto per chi ha già problemi di pelle come l’eczema.
Arrivederci al prossimo articolo.
Perché creare qualcosa che userai per pochi minuti con un materiale che durerà praticamente per sempre? Pensaci.
Dal web